sabato 15 settembre 2007

Il dito

Non sai che gioia provo andare a far la spesa

è un evidente segno dell'imminente resa


Il sorriso è da tempo molto compatto

mi aggradan le nuove, ma al secondo impatto

Se guardo in un vetro cerco una cosa

di non guardar negli occhi l'anima pensosa


Di mille cazzabubbole è fatto il pianeta

assai più divertente montare la cometa

Se un giorno avessi il tempo di vederla da fuori

mi sentirei un angelo

che intona vecchi Cori


Nella miseria spicciola di un treno in classe terza

chissà cosa vedevano oltre la finestra

magari un campo senza confini

senza le antenne per telefonini


Chi usciva dalla porta sapeva camminare

andare dove capita senza bighellonare

adesso su un pendolo dolce ed amaro

si danna la penombra di un uomo ignaro


Se salto i sampietrini e me li conto pure

se bazzico sempre in strade sicure

allora non c'è ombra che non nasca dal sole

allora non c'è vento che ingolfi parole

non c'è osso che voglia addentare

né un barca ingoiata dal mare


E sto bene, perfettamente ristabilito,

“Guarda in alto”

“Ah sì, la punta del mio dito”

1 commento:

Unknown ha detto...

cazzabbubbole!

"sottili e prensili come dita
e come dita
stuzzicanti ed incerte"

:)