venerdì 26 ottobre 2007

Non stramazzare al suolo mai

L'albero tende
i suoi rami secchi
verso il mio collo


Lo andavo a cercare
nei giorni di pioggia
per essere in mezzo solo alle foglie
e non perire niente nascosto
col senno scomposto
andavo a gioire
delle asperità


Il monte era sano
dell'alto sovrano
a rider del cielo
che pativa già
miseria dal fondo
un riso profondo
davanti ai graffiti
della nuova età


Non so se importa
ma dalla porta
verrà dondolando
un uomo di neve
che parla di fango
di quando era quando
la luna gioiva
soltanto a metà


Nulla mi toglie
da dentro quel mostro
che mangia catene
nell'oscurità
mano graziosa
altera e affettuosa
che non uccide
ma non per pietà


Colore rosso
traccia di passo
segno che vuole
sparire già
giù nei tombini
vuole mischiare
acido lattico
con verità

mercoledì 24 ottobre 2007

L'alveare

L'Italia è un alveare
ognuno ha il suo posto ma non ci sa stare
e vuole andare avanti
tanto in Italia non servono i guanti


C'è un sole così bello
per molti gendarmi col fiore all'occhiello
e pure i cavalieri
non hanno più il gusto di fare misteri


Adesso è tutto chiaro
L'Italia è un misto di dolce e d'amaro
con sole in abbondanza
per quelli che al sole si grattan la panza


Ringrazio sua eccellenza
per lasciarci vivere di sola scemenza
ritorno assicurato
mi sento imbecille per dove son nato


Invece io mi riprendo
quando ho poi in mano il telecomando
e urlo ai calciatori
finché mi spompo e non sento i dolori


Qui tutto costa tranne sognare
i sogni li svendono senza arroganza
li vendono rozzi o da incartare
o fare marcire sui muri di calce

lunedì 1 ottobre 2007

Il ghiro

Un ghiro non deve spiegare
la sua assenza dal mondo
Non si deve risparmiare
un pensiero giocondo


Un ghiro può anche imparare
a sognare l'amore
Non deve scusarsi per
non esser migliore


Un ghiro rinuncia a qualcosa
e sa di star bene
Non lo ammalia il potere
ma le cantilene


Un ghiro forse si vede
nel sonno più grande
ma sa di essere un niente
davanti al gigante


Respiri calmi, tutto è avvolto dal mantello di un unico destino
Le voci corte sfilano via già lontane e ogni specie è come estinta
La finezza acerba di una realtà quasi dipinta
Uno stelo d'erba nel prato uniforme
Leggero come se non ci fosse