venerdì 5 dicembre 2008
venerdì 7 marzo 2008
Colleziosmog
mi lascia perplesso
le cose acquisite
la lascio lì inermi
Mi insegnino i vermi
come tenere d'occhio
la coda
Cosa si prova
mentre si affoga
boccate d'aria
il sogno supremo
Mi insegni lo scemo
mi doni lo scettro
e vomiti luce
domenica 13 gennaio 2008
Pato è un'altra categoria
Ci sono certi posti per noi in silenzio
reali come dita ruvide
dove tutto succede
lontano dal cuore
E neanche volessi starli a pensare
è la memoria si e no
un riso benevolo
ricomincerò
ho versato il tempo
in spiagge già ampie
per cancellare passi
e vetri taglienti
Non ho neanche il senno
per dire mi fermo
cancello me adesso
e vedo e chissà
Quello che viene
è un suono tin tin
come un’idea
ai tempi del ferro
Voglio brillare
per un giorno soltanto
in pirotecnia
in carovane
in scrivanie
immensi tesori
in pile di carte
residenziali periferie
Brillar per un giorno
chiunque ci sia
ossa fragranti
umori scostanti
paura vieppiù
occhi incrostati
vini pregiati
midollo e costati
danz'in con me
Troppi mondi in circolazione
fanno venire l’ambizione
di ricominciare
un bello scoppio
un graffio all'occhio
forse un inizio da incorniciare
venerdì 26 ottobre 2007
Non stramazzare al suolo mai
L'albero tende
i suoi rami secchi
verso il mio collo
Lo andavo a cercare
nei giorni di pioggia
per essere in mezzo solo alle foglie
e non perire niente nascosto
col senno scomposto
andavo a gioire
delle asperità
Il monte era sano
dell'alto sovrano
a rider del cielo
che pativa già
miseria dal fondo
un riso profondo
davanti ai graffiti
della nuova età
Non so se importa
ma dalla porta
verrà dondolando
un uomo di neve
che parla di fango
di quando era quando
la luna gioiva
soltanto a metà
Nulla mi toglie
da dentro quel mostro
che mangia catene
nell'oscurità
mano graziosa
altera e affettuosa
che non uccide
ma non per pietà
Colore rosso
traccia di passo
segno che vuole
sparire già
giù nei tombini
vuole mischiare
acido lattico
con verità
mercoledì 24 ottobre 2007
L'alveare
L'Italia è un alveare
ognuno ha il suo posto ma non ci sa stare
e vuole andare avanti
tanto in Italia non servono i guanti
C'è un sole così bello
per molti gendarmi col fiore all'occhiello
e pure i cavalieri
non hanno più il gusto di fare misteri
Adesso è tutto chiaro
L'Italia è un misto di dolce e d'amaro
con sole in abbondanza
per quelli che al sole si grattan la panza
Ringrazio sua eccellenza
per lasciarci vivere di sola scemenza
ritorno assicurato
mi sento imbecille per dove son nato
Invece io mi riprendo
quando ho poi in mano il telecomando
e urlo ai calciatori
finché mi spompo e non sento i dolori
Qui tutto costa tranne sognare
i sogni li svendono senza arroganza
li vendono rozzi o da incartare
o fare marcire sui muri di calce
lunedì 1 ottobre 2007
Il ghiro
Un ghiro non deve spiegare
la sua assenza dal mondo
Non si deve risparmiare
un pensiero giocondo
Un ghiro può anche imparare
a sognare l'amore
Non deve scusarsi per
non esser migliore
Un ghiro rinuncia a qualcosa
e sa di star bene
Non lo ammalia il potere
ma le cantilene
Un ghiro forse si vede
nel sonno più grande
ma sa di essere un niente
davanti al gigante
Respiri calmi, tutto è avvolto dal mantello di un unico destino
Le voci corte sfilano via già lontane e ogni specie è come estinta
La finezza acerba di una realtà quasi dipinta
Uno stelo d'erba nel prato uniforme
Leggero come se non ci fosse
martedì 25 settembre 2007
Black out
Dio ha inventato la luce ed il sogno
prima del settimo giorno
quel giorno era forse già troppo vecchio
ha visto il suo volto
nell'uomo allo specchio
Lui ha deciso che luce non dura
viaggiare bendati è la via più sicura
perché l'inciampo è solo un confine
che ci fa impotenti
ma non senza fine
E poi torna tutto la luce e l'inganno
che scioglie il confine
e fomenta l'affanno
ci rende ciechi per troppa sostanza
vedere non è mai abbastanza
In questo blackout si sa di star soli
a giocarsi la vita in profezie
che torni quel fiore dai petali d'oro
e mi faccia felice
con le sue bugie